VILLA ARNALDI
Via Meledo Alto 8 – Meledo
È un’opera progettata da Andrea Palladio nel 1547 e rimasta incompiuta, attualmente è di proprietà privata.
Questo modesto edificio è la trasformazione di un edificio preesistente in una nuova architettura. Vincenzo Arnaldi, uno dei più ricchi e influenti aristocratici vicentini, nel 1547 commissionò infatti ad Andrea Palladio la ristrutturazione di un complesso agricolo quattrocentesco da lui appena acquistato. La ragione fu per così dire strumentale: le migliorie dell’immobile dovevano servire a incrementarne il valore in vista di una causa legale di uno dei precedenti proprietari. Nel 1565, trovato un accordo, Vincenzo interruppe i lavori e affittò la casa senza più curarsi di concludere i lavori.
In una serie di disegni autografi palladiani è possibile seguire i tentativi dell’architetto di intervenire sull’irregolare complesso quattrocentesco, cercando di regolarizzare gli edifici che insistono sulla corte e di ritrovare una simmetria nella nuova disposizione degli ambienti della casa, che egli organizza attorno a una loggia a tre arcate con aperture minori rettangolari ai fianchi tuttora esistenti, sebbene tamponate, e incorniciando le finestre con i suoi usuali profili.
Inizialmente l’edificio a nord era una chiesa (ora trasformato in abitazione) a cui faceva seguito la casa padronale incompiuta, a est una barchessa settecentesca e ad ovest una barchessa gotica rimaneggiata in età più recente. L’edificio padronale conserva ancora frammenti di affreschi, un soffitto ligneo dipinto e due camini, il tutto databile verso la seconda metà del ‘500.
La barchessa più recente, con la torre colombara incorporata, è opera settecentesca di Enea Arnaldi, architetto di un certo nome, che nel 1740 sistemò in forma più organica tutto il complesso di edifici che costituiva la proprietà.
Pagina aggiornata il 23/10/2024